Nella splendida cornice del
Circolo Posillipo è stato presentato ieri “Relatività centrale”, il secondo
lavoro di Vito R. Ferrone, l’atteso seguito di
“Nucleo centrale”. Tornano i temi cari al commissario Lombino: altri
delitti eccellenti si consumano in una Napoli caotica e sempre tragicamente affascinante,
e intanto il nostro commissario è alle prese con l’organizzazione di un matrimonio,
il suo, con la splendida dottoressa Scarfoglio. Scopriamo così che la
tormentata storia con l’affascinante PM è giunta a un lieto epilogo. Ma non
sarà facile, come giustamente ci anticipa la quarta di copertina. Per fortuna
esiste la fisica, esiste Einstein e la relatività, il rifugio mentale di
Lombino, la sua personalissima oasi dove rigenerarsi e fare chiarezza, dentro
se stessi, in primo luogo. Tra dubbi, dolorose incertezze e “notti dell’Innominato”
lo sguardo acuto del commissario, la sua innata capacità di leggere il "fattore umano" e, non ultimo, il suo “cuore partenopeo”, ancora una volta,
forniranno la chiave per venire a capo dell’intricata vicenda.
L’affettuosa prefazione del
magistrato Caria, la lusinghiera presentazione della prof.ssa Ferri e gli
stralci del libro letti con maestria dalla prof. ssa Tavani hanno fatto intravedere
non solo una storia profondamente umana, che avvince il lettore con il noto stile
schietto e sottilmente ironico, ma anche l’apprezzabile evoluzione di un originale
talento narrativo.
Ros
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