Sono passati molti mesi dalla lettura dell’ultimo romanzo di Ferrone.
In questo lasso di tempo, due mondi si sono sedimentati nella mia mente. Il primo: il mondo delle
donne. L’autore riesce ad entrare in questo universo con passo lieve. Si
addentra con una delicatezza ed una profondità, che solo chi, veramente, ama
ciò che sta descrivendo può riuscire ad esprimerne l’essenza. Senza cadere nel
banale e nel già detto, cosa che vale anche nell’analisi di Napoli e dei
napoletani. Il secondo: il mondo della scuola. Tu sei figlio della cattiva
scuola, prima come studente e poi come docente. Come tale non puoi comprendere
la buona scuola e tutte le ultime riforme. Le quali hanno dato i frutti
sperati: il blocco della mobilità sociale e
la fine della scuola pubblica. Devi eliminare dal tuo vocabolario il
termine studiare. Caro autore è sempre
un piacere ed una sorpresa leggerti al di là di chi è l’assassino.
Antonio Agliottone
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