sabato 17 gennaio 2015

Il commento dei lettori



Recensione di Federica Penta


In “Assenza Centrale”, l’ultimo racconto di Vito Rosario Ferrone, l’autore ci inserisce immediatamente nella vicenda. Fa da sfondo una Napoli vivace, problematica ed unica descritta in maniera disincantata; grazie all’osservazione di un narratore libero ed allo stesso modo innamorato della propria città, che mostra di conoscere profondamente nelle sue innumerevoli contraddizioni che la caratterizzano. I personaggi che si  intersecano in questa scorrevole narrazione incarnano caratteristiche tipiche della napolitanità  che li rendono unici, originali.
Le donne assumono un ruolo centrale nella vicenda narrata da Lombino: innanzitutto la cara tata  Carmela, profondamente napoletana, dal cuore generoso e dalla intelligenza intuitiva; la vittima Rebecca, ricercata e affascinante, espressione di femminilità e gusto, ma lontana, troppo; Margherita, donna autonoma e brillante, l’amata assente, la vera musa ispiratrice delle indagine del vice-questore Lombino; Elisa, donna intrigante, che cela una verità nascosta. Gli uomini vivono molto spesso di luce riflessa, affascinati dalla personalità di tali donne, finiscono per assecondarne le volontà: Ciro,  manovale serio che accetta di essere malmenato e investigato dalla sua amata pur di dimostrare le sue buone intenzioni; il dott.re Cimmino, zelante e prediletto dal questore, ma espressione di quella diplomazia e finezza giuridica, troppo lontana dal sentire del protagonista; il commissario Peppe di Lorenzo, prima compagno di vita e poi amico del vice-questore, che conosce profondamente e con cui condivide l’indagine; l’architetto Strazzullo, personaggio ambiguo e raffinato. In più il protagonista Lombino, con il suo humor mai inopportuno che affonda le proprie radici nella cultura partenopea, vivace e intelligente. Nelle indagini Lombino percepisce,  comprende ma non esprime mai giudizi; preferisce non prendersi il merito delle sue scoperte, come il “il grande inquisitore”, il  fisico Majorana, suo modello di professionalità ed umanità.
Tale mescolanza tra razionalità ed intuizione disvela una realtà disordinata ma mai monotona quella di una città che non ha eguali.

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