giovedì 20 luglio 2017

"Aveva ancora i capelli bagnati": il commento di una lettrice.

Per chi ha seguito la saga del commissario Lombino non è stato facile entrare nelle corde della giovane ispettrice de Asmundiis, così apparentemente lontana dall’amato protagonista della prima serie. Lontana per genere, età, gusti ed estrazione sociale. Il lettore, con ancora nella mente l’eco della “zolla” lucana, viene immerso nel perbenismo d’una famiglia i cui cognomi (Carafa de Asmundiis, Colonna de Raho) bastano, da soli, a tradirne le nobili origini. C’è tutta la Napoli bene in questo romanzo, ci sono l’opera lirica, i cibi raffinati, i capi firmati. E la presenza attenta e discreta d’un anziano maggiordomo non suscita nell’immediato la simpatia della ormai mitica tata Carmelina, figlia del popolo, ignorante eppure  imbattibile nella sua sagacia.
Tuttavia, superata l’iniziale diffidenza, si scopre che le pagine scorrono via veloci grazie alla trama intrigante, al linguaggio scorrevole e  accattivante, alla vena d’ironia che attraversa tutte le pagine.
Napoli è sempre sullo sfondo con le sue mille contraddizioni e con la criminalità organizzata. Un feroce delitto viene consumato nel centro storico della città.  La bella  e coraggiosa ispettrice de Asmundiis non è solo la coordinatrice delle indagini, ma la protagonista di una complessa e tragica vicenda personale che la metterà a dura prova e la costringerà a fare i conti con se stessa, con il dolore,  la rabbia, l’orrore, il senso di colpa. E il finale non è scontato.
La trama avvince e convince e Ferrone non delude, ci regala un altro personaggio originale che con la sua umanità, la sua forza e la sua determinazione lascia il segno nella mente e nel cuore dei lettori.

Ros

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