martedì 5 aprile 2011

La recensione di Carlo Longobardi


www.ilpuntomagazine.it


03 aprile 2011
Un libro che si legge avidamente,  in poco tempo, e una storia che ritorna nella mente in maniera persistente nei giorni successivi. Un “looping” del pensiero che stimola il ragionamento sulle vicende, i luoghi e i personaggi.
“Nucleo Centrale” è il racconto di esordio di Vito Rosario Ferrone, lucano di nascita e napoletano d’adozione e nel cuore. Ingegnere, Docente di Chimica e, chiaramente, appassionato di Fisica nucleare (da qui il titolo).
Un giallo, un noir ambientato a Napoli che ha come protagonista il Commissario Arcangelo Lombino, responsabile di un “avamposto” di Polizia sito nel centro della città e impegnato a districare l’intrigata matassa di una serie di delitti, a partire dall’uccisione di un boss della camorra locale.
Nel romanzo non c’è l’accanimento morboso nella descrizione delle immagini di cronaca nera, niente luminol né sangue gratuito. Soprattutto nessuna apologia del fenomeno criminale. Lombino è un profondo conoscitore dell’animo partenopeo, onesto nell’essenza dell’anima e degnamente rispettoso del prossimo. Pigro, impacciato, gaudente in maniera semplice e dubbioso al punto giusto. Controverso e divertente il suo modo di relazionarsi, specialmente con l’universo femminile.  Non sono nascosti gli inevitabili riferimenti ai grandi romanzieri del settore e ai loro relativi personaggi. Si apprezza il rifugio mentale del Commissario che, nei momenti topici, si perde nelle elucubrazioni riguardanti l’atomo, la sua composizione e l’evoluzione degli studi sullo stesso.

I dialoghi molto serrati potrebbero qualche volta confondere, la geniale idea di riportare i pensieri e le riflessioni in corsivo determina la corretta scansione e stimola il gusto della lettura.
Il lettore, vista la puntuale descrizione delle figure e dei luoghi narrati, ha la possibilità godersi il racconto dentro  una personalissima e spontanea sceneggiatura. E’ inevitabile, infatti,  il parallelo con i posti e i visi incontrati quotidianamente nella città.
Il finale è certamente all’altezza delle aspettative e conferma l’attenzione, l’accortezza e il rispetto che Ferrone conferisce al microcosmo napoletano. Di più non è dato sapere…
Da notizie assunte alla “fonte” sembra che i prossimi episodi valgono senz’altro il primo.
Commissario Arcangelo Lombino: si resta in attesa!
Edito da Arduino e Sacco editore, in vendita nella libreria ubik di Via Benedetto Croce e Guida di Via Merliani. Prenotabile in tutte le altre maggiori librerie napoletane.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Il commissario Lombino inizialmente mi ha fatto un'impressione poco positiva, il suo linguaggio ed i suoi pensieri (cioè il modo in cui era scritto il libro che stavo leggendo) erano piuttosto televisivi con clichè evidenti che non amerei trovare in uno scrittore del quale si gode anche lo stile, la trovata, l'invenzione. Ho usato l'avverbio inizialmente perchè dopo il primo capitolo questa impressione è quasi scomparsa, non solo perchè magari ci si è fatta una ragione e l'abitudine, ma forse soprattutto perchè quello che si cercava, probabilmente è stato trovato.
Certo l'intreccio è interessante anche se i cornetti del pm, alla fine, recapitati di mattina presto, mi pareva si stessero prestando ad un'ulteriore colpo di scena anche aiutato dal non mangiarli della donatrice che si interessava golosamente alla pastiera della tata. Una regia-controllo da parte della pm (evidentemente collusa col clan Imperio) non mi avrebbe sorpreso come ulteriore svolta nel finale.
Con una metafora artistica potrei definire un "giallo" (o noir) acquarello riferendomi al tratteggio del caratteri dei personaggi dei quali spicca più il lato pubblico (sempre relazionato al commissario) che quello intimo, privato e personale di ognuno, anche se ciò avrebbe allungato certamente la mole di pagine del libro stesso. Anche relativamente al solo commissario se ne sa veramente poco, tranne quello che si deduce dal suo modo di essere relazionandosi agli altri, oggi nel periodo in cui si svolge la storia. Non mi pare di ricordare che si sappia precisamente quanti anni ha. Pure sul pm, con cui si gioca sul filo dell'attrazione, il lettore meriterebbe saperne di più a parte il lato fisico.
Stando a quanto leggo oggi in questo blog, credo che le mie curiosità saranno soddisfatte nei prossimi libri. Aspetto con ansia di conoscere il seguito.
A. T.

chateau ha detto...

Il commissario Lombino inizialmente ?