martedì 31 gennaio 2012

I lettori dicono...

Classico giallo impostato essenzialmente sull’intuizione dell’investigatore, nella fattispecie il commissario Arcangelo Lombino, lucano di nascita, ma ormai napoletano di “piena” adozione, come il suo autore. Non ci sarebbe quindi molto di nuovo se non ci fossero – nel romanzo di Ferrone – due strategie narrative innovative che rendono non solo appassionante seguire le mosse del commissario (e magari “intrigarsi” anche delle sue vicende private e sentimentali), ma creano un annullamento delle distanze tra il narratore e il lettore. L’io narrante di Nucleo centrale è infatti lo stesso Lombino che si presenta innanzitutto con i suoi dubbi  intorno … ad alcuni problemi sul nucleo dell’atomo (donde il titolo – solo a prima vista “straniato” del volume), dubbi che gli consentiranno di entrare in contatto con grande autorevolezza sulla scena di un crimine che – apparentemente legato alle “solite” faide di camorra – si rivelerà invece come un dramma umano dalle più svariate sfaccettature. Ma non basta: la “tecnica” narrativa di Ferrone si serve di un ulteriore strumento per catturare la costante attenzione del lettore: egli alterna a fasi espositive abbastanza contenute una serie di dialoghi di ampia estensione, che sembrano proporre agli occhi di chi legge una sorta di “sceneggiatura”. I personaggi, insomma, escono dalla loro dimensione letteraria per assumerne una “visiva”, come conviene (si sarebbe tentati di dire) ad un’epoca nella quale l’immagine fin troppo spesso prevale come strumento di comunicazione. L’unione di queste caratteristiche finisce col rendere non solo gradevole procedere nell’indagine, ma anche seguire i modi e  le forme nelle quali l’autore la sviluppa, quasi indipendentemente (si fa per dire) dal desiderio di conoscerne il finale. Catturati dalle pagine di Ferrone si dimentica anche la difficoltà di leggere (fisicamente), viste le dimensioni assai ridotte dei caratteri che penalizzano non poco un’opera che, sotto l’aspetto tipografico-editoriale, avrebbe meritato molto di più. Ma noi auguriamo ad Arcangelo Lombino (e per lui al suo autore) di riproporsi con nuove indagini (e magari stavolta con una veste meno dimessa), perché certamente merita di non fermarsi a questa  sua prima apparizione. DA LEGGERE
Ad maiora!
M. Corvino
Napoli, 25 gennaio 2012

1 commento:

Amedeo ha detto...

Caro Vito,
ho finito di leggere oggi Nucleo Centrale.
L'ho comprato a Gennaio scorso presso la Libreria Guida di via Merliani, dove il gentile commesso del primo piano (magro, calvo e con gli stessi baffi da sempre) mi suggeriva nuovi scrittori napoletani da seguire.
Poi mi sono trasferito in Australia per lavoro e quindi il bisogno della napoletanità è cresciuta esponenzialmente. Ho divorato il tuo libro, ma lo rileggerò. Non sono un tecnico, non amo fare paragoni, l'unico metro su cui giudico un libro è 'quante volte in un giorno avrei voglia d'interrompere ciò che faccio per riprendere la lettura': tante in questo caso. Mi hai proprio regalato giornate di grande benessere.
Amo le citazioni di Toni Servillo (Il film è un capolavoro), amo le descrizioni dei sentimenti di Lombino verso Margherita e i delicati sentimenti e le paure di lanciarsi in un sesso senza amore. Sarà banale (non credo) ma lo trovo molto attuale. Condividerò pezzi del libro con la mia ragazza, che vive in Italia: amerà il libro.
Ti auguro di scriverne ancora, se ne avrai voglia. Io sicuramente avrò la curiosità di leggerli. E - se posso permettermi - ti consiglio un libro per sdebitarmi: Antonio Menna - Baciami Molto - Cicorivolta Edizioni.
Saluti
Amedeo