venerdì 8 giugno 2012

Tra l'incertezza del diritto e la necessità di giustizia


Il nuovo libro che Vito Ferrone ci propone, scorre lungo il pensiero indomito del  commissario Lombino, personaggio eclettico delle indagini poliziesche, che non si accontenta mai dell’apparente certo e che conoscendo realtà e personaggi del suo habitat, interpreta oltre che indagare.
La storia si incentra su due omicidi con diverso movente ma entrambi legati all’epistemologia di una giustizia difficile da cogliere.
La giustizia e il diritto, sono questi i crucci di Ferrone, che scorrono attraverso il pensiero lungo di Lombino, il commissario filosofo che non si stanca mai di collegare il fattore umano alla crudezza dei fatti.
Qual è il limite del diritto e dove risiede l’humus della giustizia, esiste una causa-effetto come rapporto assoluto o c’è un effetto, a volte ingiudicato, possibile trampolino di lancio per nuove aperture speculative su nuove regole mai scritte? E se scritte possono diventare un punto di arrivo, o un processo in evoluzione continua?
In una logica a spirale non si arriverebbe ad un capo di niente, perciò esiste il diritto che del fatto ne fa verità.
Lombino, però, conosce il diritto ma lo evita, a lui interessa la giustizia, quella scienza che dovrebbe assicurare la verità nonostante ogni ragionevole fatto.
Il deviante che infrange le regole, perché chi ha deciso chi, calpesta la prassi ma innalza i principi.
Lombino, ha la capacità di non giudicare e la destrezza di tirare fuori la verità dal senso umano delle cose, certamente le cose parlano, alla luce dei fatti, ma hanno anche delle zone grigie che vanno oltre le parole, fino, ad un profondo ed umano sentire.
E qui sta la grandezza di Lombino il commissario filosofo, lui, non ascolta, sente.
E allora, esiste una giustizia ordinaria (il diritto) paradigma di tutte le verità, o esiste una giustizia del profondo che va accettata per come e dove si compie al momento?
Se pure accettassimo la seconda, il problema sarebbe come dargli l’investitura della universalità.
Sono questi i temi intriganti su cui Vito Ferrone ci stuzzica, al di la di ogni ragionevole giallo, laddove questo, ne è solo il pretesto.
Prof. Aldo Noviello

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